La voglia matta di vivere

Presentazione del documentario su Ugo Tognazzi con la partecipazione del figlio Ricky.
Nel centenario della sua nascita, un docufilm ricorda l’incontenibile vitalità di un attore
simbolo del cinema italiano e internazionale dalle voci di chi l’ha conosciuto e amato.
Scritto e diretto dal figlio Ricky e raccontato insieme ai suoi fratelli e agli amici più intimi, il documentario è un omaggio a un grande attore, ma soprattutto a un uomo con le sue debolezze e la sua forza, attraverso le interviste, i racconti intimi e le immagini dei super8 di famiglia.
Una coproduzione Rai Documentari e Ruvido Produzioni, Dean Film , Surf Film e Mact Productions
che racconta in un lungo flashback il profilo e la carriera di uno dei più grandi volti del
cinema italiano, dal cimitero di Velletri, città in cui Ugo Tognazzi ha vissuto gran parte della sua vita e dove adesso riposa, alla sua città natale Cremona.
Dalle stelle della Negroni, nella cui azienda ha lavorato, alle stelle del cinema: Ugo Tognazzi ha collezionato più di 150 film, dal cult Amici miei, a La tragedia di un uomo ridicolo di Bernardo Bertolucci che gli è valsa la tanto agognata Palma D’Oro a cui era stato candidato per ben otto volte, senza dimenticare i grandi successi inter nazionali come Il vizietto, Barbarella , Romanzo popolare e Il federale, a testimonianza della sua poliedricità e della sua capacità camaleontica di muoversi tra generi diversi, dal varietà ai film d’autore , al fianco di talenti del calibro di Marcello Mastroianni, Nino Manfredi, Vittorio Gassmann , Alberto Sordi, Raimondo Vianello e Monica Vitti, che come lui continuano a vivere nella memoria collettiva.
Il titolo La voglia matta di vivere allude all’opera diretta da Luciano Salce, perché come racconta il film, Ugo Tognazzi la vita l’amava veramente, la saccheggiava, la prendeva a morsi. Amava cucinare per gli amici e per le donne della sua vita era un vero “matriarca”: “Non potendo allattare i miei figli, cucino”.
“Raccontare tutto di lui è impossibile, specie nei tempi ristretti di un documentario” riconosce Ricky Tognazzi. “Ho tentato di ricordare raccontando con il rispetto dovuto –e a volte con “l’irriverenza” che so che mi avrebbe concesso– perché coincide con il suo innato anticonformismo che prevedeva anche il “diritto alla cazzata”, come amava definirlo.
Ugo Tognazzi, attore, regista, marito, amante dell’arte e della vita, chef, agricoltore. Papà”.